Proprio quando la corsa nel deserto aveva consumato le mie forze, trovai una fonte per dissetarmi. Presi un sorso di acqua ed ingoiai. Seguii in silenzio il percorso del liquido
fino a sentire il dolore della sete. Erano ore che avevo bisogno di acqua… tutto era cominciato una mattina di inverno,
quando allo spuntar del sole, la mia mente accennò ad un sorriso. Un pensiero sereno abbracciò quel calore che l’astro irradiava e un sospiro profondo si fece largo. Ormai, queste sensazioni non si raccontano neppure nelle novelle più antiche. Dopo la lunga corsa verso l’uguaglianza mondiale
che era costata la vita ad un terzo della popolazione, dopo la guerra intrapresa da i miei nonni, era stato studiato il sistema di autocontrollo computerizzato, che obbligava tutti i genitori a cedere quella che veniva chiamata “l’ira dell’infante”; cioè prendevano il bambino appena nato e impiantavano al di sotto dell’ipotalamo un chip che teneva sotto controllo tutte le emozioni considerate “maligne”. La scelta delle emozioni da cancellare fu decisa dal comitato
direttivo di governo di allora. Fu una assemblea mondiale e, per non fare troppa confusione, fu aperta a poche persone, in modo tale da poter gestire scelte veloci e ponderate. I vecchi dicono che i punti di vista della gente di quel lontano
2018 erano molto diversi, e prima di trovare accordi in comune, a volte, passavano anni! C’era la necessità di iniziare la produzione dei chip, perciò occorreva conoscere le regole. Comunque, non si può dire che abbiano fatto un cattivo lavoro. È stato talmente obiettivo e funzionale, che da allora quelle cariche continuano ad essere ricoperte dagli eredi dei componenti della prima assemblea.
…Adesso, mi sento un po’ meglio. Il pensare alla nostra mondiale serenità intellettiva, tiene lontano quello stimolo di sorridere che mi aveva messo una paura tremenda...
Oggigiorno il chip viene chiamato “Gendarme”. Il governo
si chiama “Guida” e le persone che vi operano si chiamano “Veri”. Loro sono delle persone completamente
votate alla nostra attenzione, non ci fanno mancare mai niente e spesso ci regalano delle piccole amarezze per farci ricordare che la nostra apatia è deliziosa rispetto ai mali delle
emozioni. ...pensate… si dice che alcuni di loro, i Veri, non impiantino più neppure i chip nei loro bambini per poter
verificare in quale condizione disastrosa i nostri antenati vivevano. E tutto questo per noi! Tutto questo lo fanno per noi. La loro grandiosità è talmente elevata che nessuno si metterebbe al loro posto. I vecchi dicono che al momento che iniziarono gli impianti, ci furono dei chip venuti male e molte persone protestavano contro i Veri, alzavano la voce contro di loro, al tempo si chiamavano “urli”. Meno male che riuscirono a riportarli tutti all’apatia totale. Sempre in quel tempo, si dice che c’erano delle case in cui venivano La mia era.indd 4 13-11-2008 18:46:26
chiuse le persone che avevano le emozioni più forti, si chiamavano
“prigioni”. Oggi, per nostra fortuna, di quelle case non è rimasta neppure una visione... e poi... dice che le cose avevano tutte un nome! Mah…
Come poteva fare una persona a ricordarsi tutti i nomi delle cose! Per noi le piante sono piante, i fiori sono fiori, il cielo è cielo…
Per i nostri antenati, tutte le piante avevano un nome, tutti i fiori avevano ognuno il suo nome, il cielo... avevano dato il nome anche alle luci notturne governative, le chiamavano...
stelle! Ed ognuna aveva un nome!!
Assurdo! Facevano i figli quando volevano, senza “l’impostazione
di mancanza programmata”! Oggi, fortunatamente,
se manca un meccanico, si fa nascere un meccanico, se manca un falegname si fa nascere un falegname. Vi immaginate,
a che confusione si andrebbe incontro a non fare “l’impostazione di mancanza programmata”! Non capisco come facevano a vivere bene! Quale poteva essere il concetto
del bene in quel periodo? Il mio genitore maschio, mi ha detto che senza “l’impostazione di mancanza programmata”
si innesca il virus del malcontento, della protesta, dello sciopero, della rivoluzione. Tutte parole che personalmente
non conosco, ma per come me le ha sussurrate, sicuramente
significano emozione. Forte emozione. Una volta ho provato addirittura a cercare il significato della parola “rivoluzione” sul tutorial ed ho trovato “espressione arcaica per manifestare la disapprovazione. Mancanza di rispetto della vita. Caduta in disuso dopo l’avvento dell’innesto”.
...Questa acqua è fresca… ma… ma dove mi trovo! Soltanto
adesso mi sono resa conto che ho bevuto acqua di fonte!! ...è una cosa vietata! Dicono che questo tipo di acLa
qua non contenga abbastanza litio da alimentare il “gendarme”...
Sento uno strano ronzio alla testa. Lo sapevo!… se non trovo subito un “Equo” sono nei guai!…
Quando nei tempi antichi iniziò la mondializzazione, esistevano sulla terra due correnti: i global e i no global. Personalmente non saprei spiegarvi la differenza, ma so per certo che prima dell’avvento dell’innesto, quelle case che venivano chiamate “prigioni”, furono riempite di no global.
Nel giro di tre anni, furono tutti sterilizzati e rimessi in libertà. L’altra corrente ebbe la fortuna di andare al test dell’impianto. Da quel giorno il nostro nome è diventato “Equo”, cioè uguali!
Devo assolutamente trovare un “Equo”, la testa comincia
a darmi un… fastidio… un… non so, non ho mai provato
questa cosa… forse si tratta di...
Dolore! Possibile che il “gendarme” mi dia dolore? I Veri, ci hanno sempre fatto del bene,… non è possibile! Che strano, questa sensazione non è continua, e quando il fastidio passa, ho una sensazione… non so come spiegarla, riconosco che non è normalità, non è più quel… come si dice ...dolore, anzi... mi sembra di essere… leggera. Ah! ah! Oddio... ho riso! Allora... forse quella sensazione è... piacere!
I vecchi, nelle loro favole, parlano di uomini che non erano pacati e “corrispondenti” come siamo noi. Parlano di stimoli chiamati amore, piacere, lussuria… tutte cose che non ho mai ben capito, ma a sentire le conclusioni delle novelle, non erano mai buone cose, perché alla fine, le storie,
finivano sempre male, sfociavano sempre in tragedia. Adesso che dentro di me ho provato una emozione buona ed una cattiva… vedo quelle storie da un altro punto di viLa
sta e mi chiedo: è possibile che le sensazioni belle, diano un piacere talmente alto da rischiare sensazioni brutte per poterle ottenere?
Ahi, ahi! La mia testa! Comincio a pensare che il gendarme
me la faccia scoppiare! Ma perché non posso pensare
al piacere? Ahi ahi!... proprio non posso!... calma... con il gendarme che adesso è impegnato nello standby di “auto sopravvivenza”, mi rendo conto che il mio intelletto riesce
ad andare oltre il consentito, permettendomi riflessioni fuori dal condizionamento generale. Quindi, tutto funziona, fino a che nessuno si pone nuovi problemi! Quindi, tutto funziona fino a che, tutti, e dico tutti, abbiamo le solite esigenze,
le solite necessità. Così diventa facile. Risolto per uno, risolto per tutti. Ahi... ahi! Questo è dolore! Ormai ne sono sicura! Il fatto che invece questi attacchi siano sempre meno frequenti è… piacere! Non potevo mai immaginare quanto grande fosse la mia mente! Con il gendarme in standby
posso immaginare cose insospettabili. Mi viene in mente quanto belle potevano essere quelle feste paesane che ci insegnano a scuola per farci capire come è brutta l’improvvisazione.
Adesso, riesco a vedere quanto armoniosa e colorata è quell’immagine nella mia mente. Vedo quegli esseri antichi vestiti tutti in modo strano, senza tute e senza
equivali, che danzano battendo i piedi e girano in modo asincrono l’uno con l’altro. Se guardati da vicino sembrano fuori tempo, disarmonici. Poi andando con la mente ad una visione da una distanza superiore, piano piano, acquistano un senso. Mi allontano nuovamente un po’ e… ecco! Non vedo più nessuno distintamente, ma adesso sono riuscita a mettere a fuoco l’insieme. È un fiore che sta sbocciando.
Sorrido… niente! Il gendarme? Sorrido nuovamente!
Mi piace, è bello!
Se invece, mi metto ad immaginare le nostre feste attuali,
dove tutti ad unisono, balliamo in un sincronismo perfetto,
all’inizio la visione è piacevole, poi, allontanando il punto di vista, piano piano, perdo il senso del piacevole, se poi continuo ad allontanarmi, vedo soltanto un cerchio perfetto che pulsa e sinceramente non saprei se paragonarlo ad una spia intermittente o ad un foruncolo da strizzare. Ed i Veri… ahi, ahi! Meglio per ora non parlare di loro, sembra quasi che il gendarme perda la sua quiete. Riproviamo... allora i Veri… ahi! Ahi! Ahi! Aspettiamo ancora un po’. Questo globalismo può quindi funzionare soltanto con il condizionamento generale!
Le diversità devono essere talmente minime che anche le piccole incongruenze che all’inizio si era costretti a tollerare,
con l’andar del tempo si sono assopite, sono sparite.
Più tempo passo fuori dal controllo del gendarme e più mi convinco che non ho bisogno di incontrare nessun “Equo”. Devo invece cercare le risposte nella storia dell’uomo.
Comincio a capire che ciò che ci viene insegnato, ciò che ci viene inculcato nella testa è soltanto il frutto di una “democrazia dittatoriale”, che soltanto chi riesce ad andare
fuori dai binari riesce a vederla tale. Quelli normalizzati,
gli Equi, riescono a leggere soltanto “democrazia”. Il gendarme fa saltare la parola “dittatoriale”. Ahi! Questa volta però non è il gendarme, è la mia consapevolezza che comincia a farsi strada.
Morandi Marco (La nuova era)